giovedì 27 gennaio 2011

Giornata della Memoria, per non dimenticare

Il 27 gennaio del 1945 le Forze Alleate liberarono Auschwitz dai tedeschi. Quel giorno il mondo vide da vicino quel che era successo e conobbe lo sterminio in tutta la sua realtà.
In questa data significativa ricorre il Giorno della Memoria, istituita per legge in Italia ed in molti altri Paesi dell’Ue:  “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Solo ad Auschwitz sono stati uccisi quasi un milione e mezzo di persone, tra ebrei, disabili,  oppositori politici ed omosessuali.
Il Giorno della Memoria rappresenta una presa di coscienza collettiva del fatto che l’uomo è stato capace di tutto questo. Non è la pietà per i morti ad animarlo, ma la consapevolezza di quel che è accaduto in un passato ancora molto vicino a noi nella civile e illuminata Europa. Il Giorno della Memoria è un atto di riconoscimento di questa storia.
La Memoria si pone come strada privilegiata verso lo sviluppo di una coscienza civile ed alla costruzione di una cultura democratica e consapevole dei diritti dell’uomo. Ricordare, oltre che “salvare” il passato dall’oblio, equivale a metterlo in discussione. La Memoria non è semplicemente funzionale alla conservazione di “ciò che è stato”, ma anche alla costruzione di “ciò che è”.
Il sociologo Margalit scrisse che “la morale deve occuparsi della Memoria quando ci si trova di fronte ad esperienze di oppressione , ingiustizia: quando ci si trova cioè di fronte ad esperienze che rappresentano un attacco all’idea di umanità condivisa. In tutti questi casi la morale richiede di ricordare. La coscienza storica europea ha bisogno di conoscere e ricordare la storia dell’antisemitismo e dei genocidi. L’Europa ha bisogno di intraprendere un rapporto critico col proprio passato volto ad evidenziare le ambivalenze della propria storia”.
Noi Giovani dell’Italia dei Valori, in onore di tale ricorrenza ricordiamo quanti sono stati barbaramente uccisi semplicemente perché erano ebrei, disabili, omosessuali, o perché si opposero fermamente e coraggiosamente all’idea di un’Europa che rifiutava l’altro e si proponeva di eliminarlo. L’Europa del presente che si volge verso forme sempre più articolate di coabitazione multiculturale ha bisogno di fare i conti anche con il lascito negativo della propria storia per poter porre le basi di un futuro fatto di coesione, accoglienza, unione e molteplicità identitarie insieme.

Rudi Russo

Coordinatore Nazionale Giovani IDV
Consigliere Regione Toscana

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