lunedì 28 febbraio 2011

SIT-IN AL PIO ALBERGO TRIVULZIO


"L'On. A. Di Pietro al Pio Albergo Trivulzio il 28/02/2011"

Sit-in di protesta dell'Italia dei Valori questa mattina davanti al Pio Albergo Trivulzio.
In attesa dell'On. Antonio Di Pietro con gazebo, striscione e bandierie, erano molti i militanti presenti.
Presenti ed indignati!!
Dall'avvio dell'inchiesta di Tangentopoli nel 1992, cominciata proprio con l'arresto dell'allora presidente del Pio Albergo Trivulzio Mario Chiesa, non sembra infatti esser cambiato molto.
Se in passato Chiesa, ex esponente di punta del PSI, chiedeva tangenti ad imprenditori in cambio di appalti si può senza dubbio dire che l'attuale consiglio d'amministarzione utilizzi i beni dati in donazione al Trivulzio per sistemare gli "amici degli amici". E' notizia recente, nonchè di pubblico dominio, quante siano le case affittate e vendute, a prezzi irrisori rispetto al reale valore di mercato, a gente che per di più percepisce redditti tali da potersi permettere ben altre spese. Una fondazione amministrata dal Comune di Milano non può pensare di "sfruttare" in questo modo un bene primario qual'è la casa, soprattutto in un momento in cui nella nostrà città vi è una richiesta di appartamenti da parte di persone bisognose che doppia di gran lunga la disponibilità! Troppa gente non arriva a fine mese, troppa gente è in lista d'attesa per una casa comunale perchè non può permettersi di pagare un mutuo o un affitto privato. E' dunque fondamentale che queste generose donazioni vengano utilizzate per fare una reale beneficenza. Penso sia questo lo scopo, altrimenti credo che i generosi benefattori dovrebbero donare direttamente le case a chi più gli aggrada!


sabato 19 febbraio 2011

Aler, quattro mesi per avere i documenti: affittato un locale a uno skinhead pregiudicato


By Staff Giulio Cavalli febbraio 19, 2011
Aler, quattro mesi per avere i documenti: affittato un locale a uno skinhead pregiudicato


Ci sono voluti quattro mesi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Oggi Aler ha finalmente inviato al Gruppo Italia dei Valori del Consiglio regionale della Lombardia i documenti relativi all’assegnazione all’associazione ‘Lealtà e azione’ di uno spazio di 44 metri quadri nel pieno centro a Milano, in una traverso di corso Buenos Aires.
Un’attesa infinita, lunga oltre 100 giorni. Poi a noi è stata sufficiente una rapidissima verifica in internet, sui classici motori di ricerca per scoprire che la persona che ha rappresentato l’associazione è Norberto Scordo, skinhead pregiudicato, condannato, con sentenza passata in giudicato, nel 2001 a cinque mesi di reclusione dalla I sezione penale della Cassazione per ‘aver promosso, diretto ovvero partecipato ad una associazione denominata “Skin Heads d’Italia o “Azione Skinhead”, operante in Milano ed avente tra i suoi scopi quello di incitare all’odio o alla discriminazione razziale, caratterizzata da una strutturazione gerarchica e paramilitare, tramite l’acquisto e la disponibilità di armi improprie, l’effettuazione di esercitazioni e la propensione alla scontro fisico con persone di diverse ideologie politico sociali’.
Ma andiamo con ordine. Lo scorso 25 ottobre noi del Gruppo IdV avevamo formalmente chiesto ad Aler i dettagli dell’assegnazione, avvenuta a seguito di una trattativa privata. Dopo un lungo e assordante silenzio, il 26 novembre ci eravamo rivolti al Presidente del Consiglio regionale Boni, invitandolo a tutelare un preciso diritto dei consiglieri regionali: quello sancito dall’art. 13 dello Statuto regionale, che garantisce ai consiglieri regionali il diritto di ottenimento d’informazioni e di ottenere copia di atti e documenti utili all’esercizio del mandato. Oggi, finalmente, questi documenti sono arrivati, in colossale ritardo.
Per Giulio Cavalli, consigliere regionale dell’Italia dei Valori: “Il fatto che un bene pubblico sia stato affittato ad uno skinhead pregiudicato è un’offesa a tutti. Chiediamo che la Giunta lombarda obblighi Aler a revocare questa assurda assegnazione, così come ha già fatto il Comune di Milano con l’immobile inizialmente assegnato a Forza Nuova, che se lo era aggiudicato al termine di un’asta pubblica”.

Gruppo Italia dei Valori
Consiglio regionale della Lombardia

SCANDALO AFFITTI - PIO ALBERGO TRIVULZIO





Il vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti: “E’ impensabile pensare che in tutti questi anni ci sia stata questa discrezionalità e omertà così diffusa sui nominativi degli assegnatari da parte dell’amministrazione di un ente nato con lo scopo di aiutare i più poveri”

Milano, – “E’ un controsenso che un’associazione che fa beneficenza e che quindi dovrebbe rivolgere la sua attenzione alle persone più bisognose, favorisca invece i singoli amici del potente di turno. Oltretutto assegnare le abitazioni a chi dimostra di avere in realtà il reddito più alto, è davvero un affronto per tutta quella gente che da anni chiede di avere una casa che altrimenti non potrebbe permettersi”. Luca Ragone, vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti, commenta aspramente gli ultimi fatti che hanno interessato il Pio Albergo Trivulzio a Milano. Il suo patrimonio immobiliare di lusso, frutto di donazioni secolari a favore dei bisognosi con appartamenti siti nel centro del capoluogo lombardo, sembra che da anni sia stato destinato invece ad ex segretari di partito, onorevoli, figli ed amici di politici ed a uomini in genere legati alle istituzioni comunali e regionali.
Il consiglio di amministrazione del Trivulzio sembra aver gestito sempre con la massima segretezza i  1064 nominativi bersaglio di sospetti da settimane. La procedura seguita prevede che gli immobili vengano assegnati con un bando pubblico a chi tra i candidati (a parità di requisiti) è in grado di esibire il reddito più alto. Tuttavia l’ultima parola spetta  ai membri di un comitato ristretto: il direttore generale (Fabio Nitti, in quota Pdl) e il direttore del Dipartimento tecnico (Alessandro Lombardo, vicino all'ex An). La supervisione compete al presidente del Trivulzio, il chirurgo Emilio Trabucchi (Pdl).
Il Presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri (Futuro e Libertà) ha dichiarato che oggi consegnerà la lista degli inquilini con i dati degli immobili alla commissione Casa e Demanio, guidata da Barbara Ciabò (membro anche lei del partito fondato dall’On. Gianfranco Fini). Dura la replica dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro che si stupisce di come il problema sia emerso solo ora e di come la denuncia sembri frutto di una semplice disputa interna tra partiti. “Il problema non doveva venire a galla come conseguenza di diatribe tra forze interne alla maggioranza, ma semplicemente perché l’amministrazione deve tutelare sempre i diritti del cittadino. Nella città c’è grande richiesta di edilizia pubblica. Con oltre 10000 persone che hanno fatto domanda e più di 5ooo appartamenti murati che non vengono resi disponibili dal comune”.

mercoledì 16 febbraio 2011

RISCALDAMENTO??NO GRAZIE....

Risulta inutile l'ennesimo tentativo del blocco domenicale del traffico attuato da Letizia Moratti. Infatti una tale misura è solamente un palliativo, non una soluzione definitiva, ma questo non sembra entrare nella testa dell'amministrazione cittadina che puntualmente la presenta come scelta primaria.

L'aria irrespirabile del capoluogo lombardo ed il costante superamento dei limiti di PM10 hanno spinto quindi il Sindaco ad emanare un provvedimento che limiti la temperatura del riscaldamento, in primo luogo negli uffici pubblici, a 19/20 gradi centigradi.

Girando per i suddetti uffici tutto sembra tranne che la temperatura sia calata. Ciò che realmente è stato tagliato è la fornitura del riscaldamento nelle case di proprietà del comune o in gestione ad ALER. In questi edifici la temperatura è realmente sotto i 20 gradi centigradi e l'erogazione avviene solo per poche ore al giorno!

Molto bene!Se non fosse che in queste case gli inquilini sono per la maggior parte anziani o giovani con bambini piccoli, le categorie che più avrebbero bisogno di una temperatura adeguata e non dei 16/17 gradi che puntualmente hanno invece da gennaio.

Un'aria pulita, o perlomeno respirabile, è un diritto che tutti noi dobbiamo esigere! Ci sono però misure differenti per raggiungere tale obiettivo. E' molto difficile attuare controlli nelle abitazioni private a riscaldamento centralizzato, praticamente impossibile farlo negli edifici a riscaldamento autonomo. Così a rimetterci sono sempre i cittadini di "seconda classe", quei cittadini che più per necessità che per scelta propria, vivono in affitto nelle case del comune.

Roberta, ragazza di 33 anni con una bimba di pochi mesi vive in un appartamento ALER: "sono costretta ad accendere una stufa elettrica metà della giornata per raggiungere una temperatura quantomeno accettabile". Oltre al danno del freddo, anche la beffa di una bolletta della luce molto salata!!

Il problema principale non è la temperatura delle caldaie, ma l'età delle stesse!La maggior parte degli impianti negli edifici di proprietà del comune hanno infatti mezzo secolo e non possono di certo definirsi "ecologici". Se si considera poi che questi appartamenti sono stati edificati negli anni sessanta e mai modernizzati è facile intuire quanto basso sia il taglio termico al loro interno. Per evitare di inquinare è necessario aggiornare non solo gli impianti, ma anche i materiali isolanti coi quali si costruiscono o ristrutturano case e palazzi.

Il blocco del traffico, l'abbassamento della temperatura dei riscaldamenti e altri provvedimenti "tampone" non possono essere la soluzione definitiva al problema dell'inquinamento dell'aria!Lo sforamento dei limiti di PM10 continuerà a ripresentarsi una volta scongiurata la situazione critica.

Invece di spendere i soldi pubblici per inutili quando impreparati consulenti o per gonfiare le tasche al colluso di turno, i fondi prelevati da noi cittadini dovrebbero essere spesi per progetti concreti e realmente utili!

Il potenziamento dei mezzi pubblici più ecologici (più filobus in più corsie preferenziali?!?!?!), la modernizzazione degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici o di proprietà del comune e la crescita delle aree verdi nella nostra città potrebbero essere un primo passo verso un futuro dall'aria meno inquinata!

martedì 15 febbraio 2011

I Giovani a Milano: che possibilità abbiamo? Che ruolo vogliamo giocarci?


...Servizi di studio e biblioteche inadeguate per una città come la nostra ed alla nostra domanda;

...Mancanza totale di veri luoghi di svago e divertimento notturni e diurni;

Totale indifferenza alle nostre idee e proposte;

Costo esorbitante degli affitti e quindi impossibilità di "uscire di casa" presto, quando già vorremmo farlo;

Lobbies soffocanti in università e nel mondo del lavoro [C.L., Compagnia delle Opere, ecc.]

Trasporti pubblici insufficienti e molto limitanti specie la sera [no metropolitana, pochissimi autobus presenti ed attese infinite!]


..e tu cosa ne pensi? Come vivi la nostra, la tua Milano? Come la vorresti invece?


Vogliamo discuterne partendo dalle nostre dirette esperienze di ragazzi studenti, lavoratori, donne, uomini con le nostre esigenze spesso malsoddisfatte, tutti insieme martedì 15 febbraio alla Casa della Cultura [Via Borgogna, 5 - MM1 San Babila] insieme a personaggi importanti per la vita sociale e politica della città:


Giuliano PISAPIA, Giulio CAVALLI, Jole GARUTI, Pippo CIVATI e Chiara CREMONESI.


Il tutto sarà moderato da Luca RAGONE, ragazzo di 28 anni Consigliere di Zona a Milano.

domenica 13 febbraio 2011

Sulla mia vita scelgo io!


In moltissime città  italiane i Giovani dell’Italia dei Valori scendono in piazza per difendere e riaffermare i propri diritti intorno alla libertà di scelta, circa la propria vita.  

Si tratta di un vero e proprio confronto con la cittadinanza su un tema fortemente attuale, con lo scopo di sensibilizzare e portare alla riflessione milioni di italiani sui temi del “Fine-vita” e sul cosiddetto “Testamento Biologico”.

Attualmente in Italia migliaia di persone versano in stato vegetativo permanente. Questa condizione
impedisce loro di provare sensazioni, di svolgere le funzioni vitali, e il loro permanere in vita
dipende solo dall’ausilio dei macchinari. Queste drammatiche situazioni vengono spesso risolte in
modo clandestino, nel silenzio dei reparti, oppure ricorrendo al turismo del fine vita in Paesi dove è
concesso morire con dignità.

Mercoledì 9 febbraio, giorno in cui ricorre la morte di Eluana Englaro, il Governo ha provocatoriamente
indetto la celebrazione di questa condizione attraverso la “Giornata Nazionale degli stati vegetativi”,
per ricordare, a detta loro, “una ragazza [..] la cui vita è stata interrotta per decisione della magistratura”.
Il Governo, così facendo, offende il vero ricordo di Eluana Englaro che aveva avuto modo di manifestare
in vita la volontà di non permanere in stato vegetativo, e disprezza quindi il travaglio della famiglia
che ha percorso con correttezza e sofferenza le lunghe vie della Giustizia italiana per affermare la
volontà della figlia.

La Corte di Cassazione, esprimendosi sul caso Englaro a favore delle istanze del padre Beppino, ha
avuto modo di affermare che il diritto di rifiutare le cure per il futuro, quindi anche per il momento
in cui non si sia più capaci di intendere e di volere, è un diritto già radicato nel nostro ordinamento
giuridico.

Il Governo Berlusconi in questi giorni, in dispregio dell’opinione di grande parte della cittadinanza
italiana, in dispregio della pronuncia della Corte di Cassazione, e contro la libertà di ognuno di
decidere secondo le proprie convinzioni, si appresta a promuovere il ddl Calabrò secondo cui
“l’alimentazione e l’idratazione […] non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di
trattamento”. S’impone così l’ideologia liberticida del Governo, e si condannano gli italiani a non
potersi mai sottrarre all’alimentazione e all’idratazione artificiale, eliminando difatti la possibilità di
scampare ad una eventuale vita in stato vegetativo, che talvolta può durare anche decenni.

Noi Giovani IDV crediamo invece nella libertà personale, nell’autodeterminazione dell’individuo, e nel
rispetto delle convinzioni etiche di ognuno. Chiediamo perciò che ognuno possa decidere anticipatamente
a quali trattamenti sanitari non essere sottoposto, nel rispetto di una volontà che possa maturare
attraverso il consenso medico informato e che sia vincolante per lo Stato. Chiediamo dunque che
ognuno possa affermare il proprio concetto di dignità e non subire quello che questa maggioranza
parlamentare vuole imporre al Paese.