sabato 19 febbraio 2011

SCANDALO AFFITTI - PIO ALBERGO TRIVULZIO





Il vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti: “E’ impensabile pensare che in tutti questi anni ci sia stata questa discrezionalità e omertà così diffusa sui nominativi degli assegnatari da parte dell’amministrazione di un ente nato con lo scopo di aiutare i più poveri”

Milano, – “E’ un controsenso che un’associazione che fa beneficenza e che quindi dovrebbe rivolgere la sua attenzione alle persone più bisognose, favorisca invece i singoli amici del potente di turno. Oltretutto assegnare le abitazioni a chi dimostra di avere in realtà il reddito più alto, è davvero un affronto per tutta quella gente che da anni chiede di avere una casa che altrimenti non potrebbe permettersi”. Luca Ragone, vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti, commenta aspramente gli ultimi fatti che hanno interessato il Pio Albergo Trivulzio a Milano. Il suo patrimonio immobiliare di lusso, frutto di donazioni secolari a favore dei bisognosi con appartamenti siti nel centro del capoluogo lombardo, sembra che da anni sia stato destinato invece ad ex segretari di partito, onorevoli, figli ed amici di politici ed a uomini in genere legati alle istituzioni comunali e regionali.
Il consiglio di amministrazione del Trivulzio sembra aver gestito sempre con la massima segretezza i  1064 nominativi bersaglio di sospetti da settimane. La procedura seguita prevede che gli immobili vengano assegnati con un bando pubblico a chi tra i candidati (a parità di requisiti) è in grado di esibire il reddito più alto. Tuttavia l’ultima parola spetta  ai membri di un comitato ristretto: il direttore generale (Fabio Nitti, in quota Pdl) e il direttore del Dipartimento tecnico (Alessandro Lombardo, vicino all'ex An). La supervisione compete al presidente del Trivulzio, il chirurgo Emilio Trabucchi (Pdl).
Il Presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri (Futuro e Libertà) ha dichiarato che oggi consegnerà la lista degli inquilini con i dati degli immobili alla commissione Casa e Demanio, guidata da Barbara Ciabò (membro anche lei del partito fondato dall’On. Gianfranco Fini). Dura la replica dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro che si stupisce di come il problema sia emerso solo ora e di come la denuncia sembri frutto di una semplice disputa interna tra partiti. “Il problema non doveva venire a galla come conseguenza di diatribe tra forze interne alla maggioranza, ma semplicemente perché l’amministrazione deve tutelare sempre i diritti del cittadino. Nella città c’è grande richiesta di edilizia pubblica. Con oltre 10000 persone che hanno fatto domanda e più di 5ooo appartamenti murati che non vengono resi disponibili dal comune”.

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