sabato 20 novembre 2010

Presidio davanti al Tribunale di Milano



Il Movimento delle Agende Rosse e le Scorte Civiche, in collaborazione con l'associazione Qui Milano Libera, hanno organizzato in data odierna un sit-in di fronte all'ingresso del Tribunale di Milano per esprimere solidarietà al Sostituto Procuratore Antonino Di Matteo, ostacolato da una parte della Maggioranza nelle sue inchieste sulla collusione tra Mafia e Politica.

All'evento, che nonostante la pioggia ha contato la presenza di circa 150 persone,  hanno partecipato attivamente alcuni esponenti dei Giovani dell'Italia dei Valori della Lombardia.

Il 13 giugno 2010 Di Matteo si era espresso a tutela dei colleghi magistrati dopo l'ennesimo attacco denigratorio mosso dal premier Silvio Berlusconi nei confronti dei giudici da lui definiti "politicizzati" e desiderosi di "rovesciare per via giudiziaria il risultato elettorale, il voto degli italiani". Di Matteo aveva replicato a nome dell'ANM palermitana con queste parole: "Continua la sistematica e violenta offensiva di denigrazione e isolamento di quei magistrati che credono ancora nel principio dell'uguaglianza di tutti davanti alla legge. Noi resisteremo perché crediamo nella Costituzione sulla quale abbiamo giurato. Mi chiedo con quale faccia continuino a collaborare con questo Governo i colleghi distaccati al ministero della Giustizia che hanno giurato sulla stessa Costituzione". 

La società civile ed i politici onesti hanno il dovere di schierarsi in difesa di quelle persone che, per senso del dovere e per giustizia, si espongono in prima persone nella lotta alla criminalità organizzata.

I PM che stanno cercando di far luce sulla stagione delle stragi non hanno alcuna intenzione di sovvertire il risultato elettorale, il loro è un grande ed indispensabile lavoro per rendere giustizia ai famigliari delle vittime della Mafia. Se poi queste indagini porteranno ad una "rivoluzione" dello scenario politico italiano, mi viene da pensare che questi continui intralci al lavoro della Magistratura non siano poi tanto casuali.

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