venerdì 18 marzo 2011

17 Marzo 2011: è questa l'Unità d'Italia?!

Il nostro Paese ha celebrato ieri il 150° anniversario della sua unità.
Mentre su tutto il territorio si festeggiava a Milano ci siamo contraddistinti per l'ennesima volta!
E' soprattutto a causa di gente con la "camicia verde" se anche stavolta abbiamo mostrato al Paese un lato razzista ed anticostituzionale che in realtà non appartiene ai milanesi, se non ad un risicato numero.
Nell'euforia generale della festa, migliaia di persone si sono riversate in centro Milano intonando l'Inno di Mameli e sventolando fiere il Tricolore. 
Dopo giorni di intense polemiche, per il rifiuto da parte dei politici milanesi del Carroccio di intonare il nostro inno nazionale durante le sedute del consiglio cittadino e provinciale, nella giornata di ieri il capogruppo Salvini ed altri esponenti leghisti hanno gettato ulteriore benzina sul fuoco della diatriba.
A dimostrazione che per loro l'unità d'Italia non rappresenta una ricorrenza da festeggiare hanno allestito una scrivania mobile davanti Palazzo Marino sulla quale svettavano bandiere con la croce di San Giorgio anziché il Tricolore.
Ovvia la contestazione dei passanti al grido di "vergognatevi"!
La scusante, da parte di Salvini&Co, della volontà di lavorare anche in un giorno festivo non regge.
La gente non è stupida e ha buona memoria. Tutti conoscono la riluttanza dei leghisti verso la visione di un paese unito, solidale e senza discriminazioni territoriali.
Se tanto brutta è questa Italia coesa e tanto ladrona è Roma Capitale, ci spieghino come mai stanno seduti in Parlamento ed accettano con piacere lo stipendio pagato loro anche da chi abita al di sotto del Po'.
Milano è amministrata da alcune persone che vivono in un "universo padano parallelo" e questo, in un'epoca in cui la solidarietà tra i popoli è la base del viver comune, rappresenta qualcosa di orrido ed inaccettabile...

2 commenti:

  1. Coglionaccio....Magari prendeste i voti di noi leghisti...

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  2. ...dipende quale parte d'Italia stai considerando

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