domenica 27 marzo 2011

UN GIRO PER LE PERIFERIE - Tappa 1: LA BARONA

Abitando in una zona della periferia milanese mi è capitato spesso di parlare con amici e conoscenti dello stato di abbondano in cui si trovano questi quartieri e da consigliere di circoscrizione ho cercato di contribuire, nel limite dei pochi compiti che il decentramento ci assegna, al loro miglioramento.
In una di queste "discussioni" mi è stato fatto notare quanto sarebbe importante documentare il degrado per renderlo visibile ad un'amministrazione che sembra invece non provare alcun interesse a riguardo!
Così con l'amico Sergio Demonte, videoreporter per wakeupnews, abbiamo deciso di cominciare un giro tra i quartieri popolari di Milano per monitorare la situazione.
"Tappa" della settimana è stata la Barona.
Qui, come sicuramente altrove, abbiamo avuto la conferma del totale disinteresse del Comune, non solo per la vivibilità in generale, quanto e soprattutto per le case ERP (edilizia residenziale pubblica).
In Via Ovada siamo stati "accolti" da una famiglia che ci ha gentilmente reso partecipi della loro situazione e di quella del palazzo in cui vivono.
In alcuni stabili della zona ci sono scale dove su 12 appartamenti 7 o 8 sono sfitti!Non tutte le case "libere" sono però nelle stesse condizioni. Alcune, fatiscenti, sono state semplicemente sbarrate con una lastra di ferro ed abbandonate a se stesse. Altre, ristrutturate da ALER, sono invece chiuse da una porta blindata. La fine è comunque la medesima. Che siano stati rimessi a nuovo oppure no, questi appartamenti sono lì da anni (in alcuni casi anche più di cinque) e non vengono assegnati per chissà quale motivo!
ALER ed il Comune di Milano si giustificano nascondendosi dietro la necessità di una "rotazione" in caso di un'eventuale ristrutturazione, ma gli oltre 5000 alloggi vuoti sembrano onestamente un eccesso se si considera quanta gente è in attesa per l'assegnazione!
Parlando con noi questa famiglia ci ha poi raccontato parte della loro vita.
I nostri "amici" vivono da ventun'anni in un appartamento di 35mq scarsi: un salottino con cucinotto, stanzetta e un bagno. Inizialmente solo marito, moglie ed una figlia, ora, con altri due bambini, sono letteralmente "stipati" in questo piccolo buco. Due figli dormono in stanza, i coniugi in un divano-letto nel soggiorno con il terzo bimbo. Nel caso si rendesse necessario evacuare rapidamente la casa, ad esempio in caso d'incendio, questo risulterebbe impossibile a causa del divano che, una volta aperto, impedisce il passaggio verso la porta d'entrata. Non solo.
In più occasioni hanno chiesto un cambio d'alloggio per via dell'allargamento del nucleo familiare e per lo stesso numero di volte hanno ricevuto una risposta negativa. Essendo subentrati "senza diritto" al vecchio inquilino non è per loro possibile avanzare alcuna richiesta. Hanno il solo dovere di pagare bimestralmente un bollettino che va dai 700€ ai 1000€ come "indennizzo per uso senza titolo" di un bene del Comune di Milano. Ci confessano che se avessero potuto permettersi un mutuo, già da tempo avrebbero provveduto a cercare un'altra sistemazione. Purtroppo le entrate mensili, tutte derivate da un lavoro "onesto", non permettono loro di acquistare un appartamento.
Non tutti quelli che "occupano" un alloggio sono delinquenti, molte sono persone per bene che lo fanno per puro stato di necessità.
Valutare caso per caso è certamente un lavoro delicato, lungo e difficile, ma si rende necessario per evitare che persone realmente in difficoltà vengano "investite" da una serie di sgomberi indiscriminati.


ALCUNE FOTO

"Una delle vie del quartiere popolare"
"Appartamento chiuso e lasciato a se stesso da 5 anni"


"Tra alloggi  ristrutturati e non praticamente metà palazzina è sfitta"

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